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Giovedì 1 Maggio
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Terremoto Nepal, ecco il perchè di tanta devastazione

di

centro meteo italiano

Tante vittime ed una devastazione impressionante: il terremoto ha picchiato duro una nazione già povera

In molti oggi si chiedono il perchè di tanti danni; Kathmandu si presenta oggi con l’aspetto di una città devastata, colpita al cuore, una metropoli che oltre a piangere centinaia di vittime, vede i suoi monumenti e la sua storia ridotta in cumuli di macerie. Il sisma ha colpito duro sabato scorso; 7.9 gradi sono davvero tanti, un sisma di tale portata ha una potenza 10 volte superiore a quello di Messina del 1908 e 5 volte superiore a quello di Siracusa del 1693, il più forte della storia italiana. Ma non è soltanto per questo motivo che il Nepal si presenta con una devastazione con pochi precedenti nella storia del paese; è un mix di sfortuna ma anche di incuria umana: da un lato, il sisma si è sviluppato proprio in una faglia che scorre parallelamente all’Himalaya per qualcosa come 150 km e l’epicentro si è avuto nella sua parte più vicina ad un luogo densamente popolato come quello della valle di Kathmandu, dove vivono più di un milione di persone. In più, il sisma ha avuto ipocentro con profondità decisamente bassa e questo ha amplificato la percezione ed anche i danni del terremoto; ma non manca la mano dell’uomo nella responsabilità di quanto successo.

Terremoto, il perchè di tanta devastazione

Terremoto, il perchè di tanta devastazione

Il Nepal ha adottato norme antisismiche dal 1994, ma mai sono state messe in pratica; un po’ per l’assenza di quasi 80 anni di un terremoto over 7.0 gradi Richter, un po’ per una situazione politica ed economica disastrosa, nessuno ha mai pensato di porre in essere una seria attività antisismica. Il paese da circa 10 anni vive una situazione storica molto delicata: la guerra con i maoisti prima, in seguito la strage perpetuata all’interno dell’ex famiglia reale, la fine della monarchia ed una transizione verso la Repubblica ancora da ultimare, fanno sì che a Kathmandu mai nessuno si è preso la briga di pensare all’adeguamento sismico di uno dei paesi più pericolosi e fragili del mondo. L’incuria quindi, la negligenza e la sottovalutazione dei rischi, fanno sì poi che la convivenza con uno dei fenomeni naturali più diffusi sia disastrosa e produca gli effetti della catastrofe. Alcuni paesi imparano, altri (come l’Italia ad esempio) no: il terremoto non uccide mai, ad uccidere sono gli approcci superficiali sulla materia.

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