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Martedì 12 Marzo
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Marte è morto miliardi di anni fa e la sua acqua continua a riversarsi nello spazio

Su Marte è rimasta ormai poca acqua: una gran parte si è riversata nello spazio a causa della distruzione della sua atmosfera

Marte è morto miliardi di anni fa e la sua acqua continua a riversarsi nello spazio
Marte, le ultime scoperte sulla storia del Pianeta Rosso

La distruzione dell’atmosfera ha causato l’essiccazione di Marte che ha conservato solo una minima parte di acqua

Il pianeta rosso è un pianeta ormai morto, ma potrebbe non essere sempre stato così. Rover e satelliti sono stati in grado di scovare prove evidenti sul passaggio di fiumi all’interno delle polverose pianure marziane. Si è scoperto che i fiumi confluivano in laghi giganti e forse si nutrivano di un oceano globale. Caldo e umido, l’antico Marte potrebbe aver offerto un clima confortevole per tutti i microbi, proprio come ha fatto la Terra. Miliardi di anni dopo, la Terra rimane un marmo blu pieno di acqua mentre Marte è diventato un guscio secco. La maggior parte dell’essiccamento è derivato dalla disastrosa perdita dell’atmosfera di Marte anche se il pianeta ha conservato una parte, seppur minima, della sua acqua.

Le cause della “morte” del Pianeta Rosso

Purtroppo si è scoperto che anche quella scarsa riserva d’acqua si sta perdendo. Ma quali sono state le vere causa della “morte” di Marte. Dopo aver ripetutamente sfiorato le parti superiori dell’atmosfera marziana con una sonda orbitante, i ricercatori hanno un altro pezzo del puzzle: hanno scoperto che le molecole di H2O stanno in qualche modo scivolando oltre una barriera atmosferica protettiva molto più facilmente di quanto previsto. Si tratta di un risultato inatteso come ha spiegato Shane Stone, chimico planetario che lavora l’Università dell’Arizona e autore della recente ricerca, pubblicata oggi su Science.

Com’era Marte nei primi anni di vita del sistema solare?

Nei primi giorni del sistema solare, il giovane pianeta Marte probabilmente non aveva un aspetto così diverso dalla piccola Terra. Entrambi i pianeti avevano nuclei fusi di metallo caricato elettricamente. I metalli vibravano di correnti liquide, erigendo barriere magnetiche intorno ai pianeti. Questi campi magnetici respingevano sia il vento solare che gli attacchi elettrici dai frequenti bagliori durante la tumultuosa giovinezza del sole, proteggendo le atmosfere nascenti dei pianeti. Avvolta da spessi strati d’aria, l’acqua scorreva su entrambe le superfici.

Gli studi effettuati grazie al satellite Maven

Marte è un pianeta troppo piccolo per avere la possibilità di restare abitabile a lungo termine. Si è raffreddato più velocemente di quanto abbia fatto suo fratello maggiore. Il nucleo si è solidificato. La barriera magnetica protettiva si è spezzata e così il sole ha spazzato via gran parte dell’atmosfera. La maggior parte dell’acqua liquida sulla superficie si è così dispersa nello spazio. Ricostruire questa storia di tre miliardi di anni è stato il compito principale del satellite Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN (MAVEN), che orbita attorno al Pianeta Rosso dal 2014. Grazie agli studi effettuati grazie a Maven oggi conosciamo molto dettagli sul destino dell’aqua su Marte.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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