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Venerdì 15 Marzo
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Scoperto il pianeta più caldo dell’Universo: le sue temperature incredibili e dove si trova

L'astronomo John Ahlers ha scoperto che il pianeta KELT 9b ospita temperature superiori a 4000°C: ecco le cause di questo incredibile fenomeno

Scoperto il pianeta più caldo dell’Universo: le sue temperature incredibili e dove si trova
Foto archivio (credito: NASA/JPL-Caltech)

Scoperto il pianeta più caldo dell’Universo: le sue temperature incredibili e dove si trova

Ogni giorno i ricercatori astronomici effettuano scoperte interessanti e importantissime per l’esplorazione dello spazio: una delle ultime riguarda il pianeta più caldo dell’Universo rinvenuto da John Ahlers, un astronomo statunitense della Universities Space Research Association e del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt (Maryland). Si tratta di KELT 9b, analizzato attraverso il telescopio spaziale TESS. Lo studio di Ahlers, riportato sull’Astronomical Journal, ha dimostrato che questo pianeta (già scoperto nel 2016 ma di cui non erano state rilevate queste caratteristiche) ospita temperature incredibili a causa del grande quantitativo di energia che riceve dalla sua stella KELT 9. SCOPERTO NUOVO ESOPIANETA GRANDE IL DOPPIO DI NETTUNO

I dettagli su KELT 9b

KELT 9b è un “gigante gassoso” che si trova a 670 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Cigno, ed ha una massa 2,9 volte più grande di quella di Giove. Esso si trova molto vicino alla sua stella KELT, il che è il motivo per cui è particolarmente caldo, e riesce a compiere una rotazione completa di KELT in sole trentasei ore! Di conseguenza su KELT 9b le stagioni durano pochissimo (praticamente nove ore ciascuna) rispetto a quanto accade sul nostro pianeta. Ma la sua caratteristica particolare, come anticipato, sono le temperature altissime: si tratta di 4300°C circa, addirittura superiori a quelle di alcune stelle dell’Universo. La stella KELT invia un’energia a KELT 9b 44mila volte superiore a quella che il Sole trasmette alla Terra, da qui le temperature straordinarie di quel pianeta. ESISTONO ALTRE CIVILTÁ NELLA NOSTRA GALASSIA? ECCO LO STUDIO

La “stranezza” di KELT

Ad essere ancor più particolare di KELT 9b è proprio la stessa stella KELT, la quale è il doppio più grande del nostro Sole e quasi il doppio più calda, oltre che gira 38 volte più velocemente di esso. La sua rotazione completa è di sole sedici ore, tempistiche mai registrate in nessun altro corpo celeste del genere, il che comporta un appiattimento dei poli e un allargamento della parte centrale. Questa rotazione così veloce tra l’altro provoca un fenomeno denominato “oscuramento della gravità”: i poli tendono a riscaldarsi e a illuminarsi mentre la regione equatoriale tende a raffreddarsi e ad attenuarsi. L’appiattimento di KELT rende poi più breve per KELT 9b la rotazione completa della sua stella, con come conseguenza (se paragoniamo il tutto al nostro mondo) la presenza di due estati e due inverni nello stesso anno.

Scoperto un altro esopianeta grande come Nettuno: ecco dove si trova e le sue caratteristiche

Grandiosa anche la scoperta fatta qualche giorno fa dallo scienziato Jonathan Gagné: come riportato dalla rivista Nature, l’ex ricercatore iREx Banting (ora consulente scientifico del Planetario Rio Tinto Alcan di Montreal) grazie ai telescopi TESS e Spitzer della NASA ha rinvenuto nello spazio un esopianeta, dunque al di fuori del nostro Sistema Solare, grande come Nettuno. Si chiama AU Microscopii, dista 32 anni luce dalla Terra, ha circa 20-30 milioni di anni ed è 180 volte più giovane del nostro Sole, una stella decisamente particolare a cui gli astronomi danno ora il “benvenuto”. Di Au Mic (come è stato soprannominato) già nei primi anni 2000 era stato trovato un residuo nello spazio senza però che venissero rilevate altre tracce. Ora però la storia è diversa. Ma perché ci sono voluti quasi vent’anni fa per scroprire Au Microscopii?

Il motivo della scoperta “in ritardo” di Au Microscopii

Au Microscopii – ha spiegato lo scienziato Gagné alla rivista Nature – è una piccola stella, con solo circa il 50% della massa del Sole e con un campo magnetico molto forte che la rende attiva. Le numerose macchie ed eruzioni sulla superficie di AU Mic hanno ostacolato il suo rilevamento, il che era già complicato senza queste caratteristiche”. Grazie all’osservazione in infrarossi però Gagné e i suoi collaboratori sono riusciti a rintracciare questo esopianeta, che continuerà a essere studiato nei prossimi mesi per ottenere sempre più informazioni sulla sua formazione e sulle sue caratteristiche. Ad esempio se Au Microscopii può essere considerato un “gemello” di Nettuno o se per conformazione è più simile alla Terra.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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