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Una parte della Stazione Spaziale Internazionale non viene mai pulita: ecco perché

Una parte della Stazione Spaziale Internazionale è lasciata volutamente sporca per dei veri e propri test: ecco di cosa si tratta e perché

Una parte della Stazione Spaziale Internazionale non viene mai pulita: ecco perché
Foto PixaBay

Una parte della Stazione Spaziale Internazionale non viene mai pulita: ecco perché

L’igiene e la pulizia sono fondamentali, che si tratti di quella personale o della casa in cui si vive. E per “casa”, se si parla di astronauti, si fa riferimento alla Stazione Spaziale Internazionale: anche lì si lava, pulisce e disinfetta, a maggior ragione perché nella ISS ci si trova a contatto con materiali che sulla Terra non esistono e c’è bisogno di un ambiente sempre “immacolato”. Anche se non del tutto… perché c’è una parte della Stazione Spaziale che deve rimanere sporca per necessità. Come riportato da Tech.Everyeye.it, infatti, l’esperimento MatISS (Microbial Aerosol Tethering on Innovative Surfaces) ha il compito di testare cinque materiali avanzati con lo scopo di impedire ai microrganismi di causare malattie e crescere in condizioni di microgravità. Il che è importante per capire il funzionamento di questi organismi nello spazio. In poche parole, la stanza che non viene mai pulita è ricca di batteri per motivi di studio scientifico. INCREDIBILE BAGLIORE IN CIELO IN GALLES: ECCO COSA É SUCCESSO

I dettagli dello studio

Come previsto dall’esperimento MatISS (di cui sono state lanciate diverse versioni) i campioni sono costituiti da una miscela diversificata di materiali avanzati che dovrebbero impedire ai batteri di attaccarsi e crescere su vaste aree, rendendoli efficacemente più facili da pulire e più igienici. Studiando la diffusione della contaminazione, dunque, sarebbe più semplice capire come i batteri si muovono in ambito extraterrestre. METEORITE PRECIPITA IN BELGIO: ECCO COSA É SUCCESSO

Il destino della Stazione Spaziale Internazionale: ecco cosa accadrà in futuro

La Stazione Spaziale Internazionale, nota a livello globale come ISS (International Space Station), svolge un eccellente lavoro da poco più di vent’anni. Era il 20 novembre 1998, quando la Stazione, dopo essere stata assemblata, venne lanciata in orbita. Per quanto le sue mansioni siano state svolte in modo egregio, però, anche la stazione spaziale, tra il 2024 e il 2028, potrebbe terminare definitivamente le sue funzioni. Si tratta di un processo naturale, che interessa qualsiasi altra struttura concepita per il raggiungimento degli scopi astrali (come quelli perseguiti dall’ISS per più di vent’anni).

Il decadimento della Stazione

Quella dell’ISS è una storia affascinante. Per oltre due decenni la struttura ha ospitato gli astronauti in orbita attorno alla Terra, pochi esseri umani che, dopo anni di studi e di esercizio, hanno avuto la fortuna di sorvolare il pianeta attraverso i mezzi più avanguardistici mai costruiti dall’uomo. Tuttavia, il decadimento dell’ISS sembra essere inevitabile. Rimanere in orbita in eterno è un qualcosa di impensabile, anche per una struttura futuristica e altamente tecnologica come la sua. Al fine di mantenerla in vita, dunque, perlomeno per gli ultimi anni di piena operatività, sono necessarie spinte costanti e continue iniezioni di carburante, operazioni essenziali per evitare che la Stazione possa “crollare” e terminare anzitempo il suo servizio.

Smantellamento e distruzione della Stazione Spaziale Internazionale

I voli dal pianeta Terra che continueranno a garantire carburante alla Stazione Spaziale dovrebbero perdurare sino al 2024. Entro quella data, si prevede che la Stazione abbia completato definitivamente le sue mansioni, tanto da poter programmare un rientro. Tra 2024 e 2028, dunque, la Stazione dovrebbe essere oggetto di un primo smantellamento parziale. E oltre il 2028? Le fonti ufficiali, in merito non chiariscono definitivamente la questione. Da un lato, sembra che la NASA abbia in programma di riutilizzare l’ISS garantendone l’accesso ai privati; dall’altro, però, ipotesi più plausibile, vi è la possibilità che la struttura rimanga in orbita sino a data destinarsi, fin quando non verrà distrutta dai “pericoli” dello Spazio (passaggio di corpi celesti).

De-orbitare la Stazione Spaziale Internazionale

Infine, un’utima ipotesi accreditata riguarda la distruzione della Stazione attraverso un’operazione di “de-orbita”, ossia la trasmissione volontaria di carburante all’interno dei propulsori della macchina. Ciò comporterà lo scoppio di un incendio, il quale porterà la Stazione ad allontanarsi progressivamente verso lo Spazio aperto (per effetto della combustione in atto).

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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