Il ciclone Bulbul devasta le coste indiana e bengalesi causando molte vittime: gli ultimi aggiornamenti
E’ di 20 morti il bilancio tragico del ciclone Bulbul che sta devastando in queste ore l’India e che ha costretto due milioni di persone a trascorrere la notte nei rifugi. Il ciclone ha travolto le coste dell’India e del Bangladesh con forti tempeste e piogge torrenziali, secondo quanto hanno riferito le fonti di stampa locale.
Venti a oltre 120 km orario hanno spazzato via alberi e case
Il ciclone si è manifestato con venti fino a 120 chilometri orari lambendo le coste indiane nella giornata di sabato imponendo la chiusura di porti e aeroporti sia in India che in Bangladesh. Dieci persone sono rimaste uccise nello stato del Bengala occidentale dell’India, secondo quanto riferito dal Press Trust of India, tra cui due dopo la caduta di alberi sradicati nelle loro case e un altro dopo essere stati colpito dalla caduta di rami a Calcutta.
Otto morti in Bangladesh
Altre due vittime sono state registrate nello stato di Odisha, secondo quanto riferito da PTI. In Bangladesh, otto persone sono state uccise – cinque dalla caduta di alberi – e almeno 20 persone sono rimaste ferite. Altre cinque persone sono scomparse dopo che un peschereccio è affondato mentre navigava il fiume Meghna che si trova nei pressi dell’isola di Bhola.
Il ciclone ha perso forza nelle ultime ore
Il ciclone ha anche danneggiato circa 4.000 case costruite principalmente con fango e stagno mentre
nella zona costiera di Khulna, il quartiere più colpito del Bangladesh, gli alberi hanno ondeggiato violentemente e sono stati strappati dalle radici mentre la tempesta imperversava. Le autorità locali hanno anche affermato che il ciclone si sta pian piano indebolendo mentre si sta spostando verso l’interno del paese, con i venti che hanno ridotto la velocità.
Oltre due milioni di persone trasferite nei rifugi in Bangladesh
Circa 2,1 milioni di persone in tutto il Bangladesh sono state trasferite in rifugi per mettersi in salvo. Le truppe dell’esercito locale sono state inviate nei distretti costieri mentre decine di migliaia di volontari, muniti di altoparlante, hanno sollecitato le persone a evacuare i loro villaggi.
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