
El Niño si è definitivamente nel Pacifico equatoriale ma ore è allerta perché ci sia una transizione a La Niña già nei prossimi mesi.

Si è ormai esaurito El Niño nell’Oceano Pacifico, con tutti i principali parametri indicatori del fenomeno che sono tornati a scendere sotto la soglia di allerta. Fonte: bom.gov.au
La Niña alle porte: sempre più probabile una transizione per i prossimi mesi – 11 maggio 2016 – Uno dei El Niño più forti che mai sono stati registrati sulla terra è ormai giunto al termine: questo, nonostante si verifichi limitamente all’Oceano Pacifico equatoriale, è stato in grado di influenzare il clima a livello globale, raggiungendo il suo picco massimo a cavallo tra la fine di dicembre 2015 e l’inizio di gennaio 2016, arrivando ad essere comparabile con l’evento record del 1997-1998. Ora tutti i parametri indicatori di El Niño si sono ormai riportati sotto la soglia di allerta, con le anomalie di temperature della superficie del mare che sono inferiori a +0.8°C. Attenzione però, perchè ora ancora non è finita qui: adesso è massima allerta per il sempre più probabile sviluppo de La Niña già nei prossimi mesi. […]
Non smette quindi di essere in allerta il Pacifico equatoriale, dove dopo un El Niño quasi record, i principali modelli danno sono sempre più concordi a vedere lo sviluppo del suo opposto, La Niña, con il 50% di possibilità che i principali indicatori oltrepassino la soglia limite già nei prossimi mesi. La Niña, esattamente come la sua controparte, a seconda dell’intensità raggiunta può avere effetti anche a livello globale, ma in particolre influenzerà il clima soprattutto delle Americhe, dell’Asia e dell’Oceania. In particolare, in Asia La Niña porta ad una diversa distribuzione dei cicloni tropicali, i quali tendono ad interessare maggiormente le coste sud orientali della zona, specialmente Cina, Malaysia, Filippine e Indonesia. Nel Nord America invece La Niña porta precipitazioni sopra media nel Midwest, sulle montagne Rocciose ed in generale sugli stati della West Coast, mentre sul resto degli USA il clima diviene più secco: in Canada, La Niña porta inverni più freddi e nevosi. Al contrario di El Niño poi, la stagione degli uragani tende ad essere sopra media nell’Atlantico, mentre si formeranno meno sistemi nel Pacifico. […]

El Niño si è definitivamente nel Pacifico equatoriale ma ore è allerta perché ci sia una transizione a La Niña già nei prossimi mesi. Fonte: cpc.ncep.noaa.gov
Nell’America Latina, La Niña ha un impatto disastroso soprattutto su Perù e Cile, dove solitamente si assiste a lunghi periodi siccitosi, mentre sul Brasile e sulle Ande orientali le precipitazioni saranno sopra media con il rischio di diffuse alluvioni. Episodi di La Niña sono stati registrati in particolare nel 1904, 1908, 1910, 1916, 1924, 1928, 1938, 1950, tra il 1954 e il 1957, 1964, 1970–1972, 1973–1976, 1983–1985, 1988-1989, 1995–1996, 1998-2001, 2007–2008 e tra il 2010 e il 2012. Nonostante sia ancora molto difficile prevedere con esattezza quando El Niño possa definitivamente esaurirsi, i modelli sono però sempre più propensi a vedere uno scenario dominato da La Niña: c’è il 50% di possibilità infatti che questa possa svilupparsi nel prossimo autunno boreale ma una tale tendenza necessita ancora di ulteriori conferme.
a cura di Martina Rampoldi