Dopo i 7 decessi avvenuti tra neonati in Francia, l’Oms ha lanciato l’allarme: la colpa sarebbe dell’Echovirus-11
L’aumento esponenziale dei casi di enterovirus in Francia ha messo in allarme l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Una situazione che fa il paio con quanto avvenuto pochi mesi fa nel Regno Unito, dove si è verificato un aumento del tasso di mortalità per miocardite causata da enterovirus del sottotipo coxsackievirus. In Francia l’aumento del tasso di mortalità ha riguardato soprattutto i neonati e adesso nel paese transalpino si sta diffondendo la paura che i casi possano aumentare sempre di più.
Sono 7 i neonati deceduti in Francia
Il virus che si sta diffondendo in Francia sarebbe l’Echovirus-11, un Enterovirus che ha causato l’aumento dei casi di sepsi neonatale. Nei neonati colpiti di questo virus si verifica anche insufficienza epatica e multiorgano (A due o più sistemi di organi). L’allarme è stato dato dall’Oms lo scorso 5 maggio. Il bilancio, al momento, è di 7 neonati deceduti e altri due ancora ricoverati in gravi condizioni. Nell’ultimo anno i casi erano stati 9.
La nota ufficiale dell’Oms
Secondo quanto riportato dall’Oms nel proprio report, “l’attuale incremento dell’incidenza e della gravità” dell’infezione “nei neonati, associata a un lignaggio ricombinante di E-11 che in precedenza non era stato rilevato in Francia, è considerato insolito a causa del deterioramento estremamente rapido e del tasso di mortalità associato tra i bambini colpiti”. Un report davvero agghiacciante che ha seminato il panico nel paese transalpino. ….
Il paese più colpito è stato il Galles
Il 17 maggio l’Oms aveva lanciato l’allarme per i tanti casi di miocardite tra i neonati che sono stati registrati nel Regno Unito a causa di una rara forma di enterovirus. La regione più colpita era stata il Galles, che tra giugno 2022 e marzo 2023 ha fatto registrare una decina di casi, mentre 5 casi sono stati registrati in Inghilterra. L’eccesso di casi di miocardite in neonati e lattanti nel Regno Unito era stato posto in evidenza anche dal National IHR Focal Point britannico, un centro nazionale che lavora a stretto contatto con l’Oms.
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