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Lunedì 25 Marzo
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Etna, l’Ingv sta lanciando l’allarme: ecco cosa sta succedendo

Etna, ecco l'allarme lanciato dall'Ingv dopo i dati diffusi da uno studio pubblicato sulla rivista "Frontiers in Public Health"

Etna, l’Ingv sta lanciando l’allarme: ecco cosa sta succedendo
Etna: ecco l'allarme lanciato dall'Ingv. Fonte: Ansa.it

Ecco l’allarme lanciato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Le fratturazioni che si stanno creando sul suolo dell’Etna stanno preoccupando, e non poco, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Non solo per il rischio di terremoti ma anche per la copiosa emissione di gas radon che metterebbe a rischio la salute della popolazione che vive alle pendici del vulcano più alto d’Europa. E’ nota infatti la cancerosità di questo gas, come si legge sul sito Cataniatoday, che può accumularsi nelle case rendendole insalubri. Lo studio di recente pubblicazione è stato riportato dalla rivista internazionale “Frontiers in Public Health”.

Organizzazione mondiale della sanità (OMS)

Fra l’altro, la stessa organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha collocato questo gas nel “gruppo 1”, cioè tra quelli a maggior rischio per la salute degli esseri umani. Stando a quanto si legge nello studio pubblicato, numerose faglie si stanno fratturando, aumentando significativamente la loro permeabilità. Questa condizione favorisce la fuoriuscita di fluidi e gas presenti nel sottosuolo che raggiungono la superficie in modo più agevole.

I comuni a maggior rischio

Lo studio ha monitorato per tre anni le pendici del vulcano, registrando dati trasmessi da 12 sensori in 7 edifici sulle pendici meridionali e orientali dell’Etna. Fra i comuni che sono stati monitorati, e che correrebbero i maggiori rischi, ci sarebbero Giarre, Zafferana Etnea, Aci Catena, Aci Castello e Paternò. Le concentrazioni medie annue risultano, dai dati registrati, ben al di sopra dei 100 Bq/m3 (Bequerel per metro cubo), un valore elevato che metterebbe a rischio la salute della collettività.

In alcuni casi toccati picchi di Radon di 1000 Bq/m3

Addirittura, secondo gli stessi dati forniti dallo studio in questione, si sono toccati i 1.000 Bq/m3. Per questa ragione l’Ingv ritiene “opportuno e utile approfondire ed estendere il monitoraggio” ad una zona più vasta per avere un quadro molto più esauriente sulla situazione. L’Ingv effettua un monitoraggio costante per tutti i gorni, nei confronti di questo importantissimo vulcano. Un sorvegliato speciale, 24 ore su 24 in cui avviene un monitoraggio speciale mediante una capillare rete di sensori collocati in varie parti al fine di interpretare e prevedere l’attività vulcanica e sismica.

Il monitoraggio costante dell’Ingv

I monitoraggi sull’emissione di gas radon sono stati eseguiti anche in aria e perfino dentro le abitazioni della zona per verificare se il gas può raggiungere concentrazioni elevate in grado di andare a compromettere nel corso del tempo anche la salute di numerose persone.

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Alessandro Allegrucci

Laurea triennale in Scienze Forestali ed Ambientali e Laurea magistrale in Scienze Agrarie e del Territorio. La mia più grande passione resta da sempre la meteorologia, approfondita attraverso la tesi di laurea sperimentale e un master di "Meteorologia Nautica". I fenomeni naturali, la loro bellezza e potenza sono tra le cose che più mi affascinano al mondo.

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