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Domenica 28 Aprile
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Tsunami, anche l’Italia è a rischio: diverse le regioni esposte al maremoto

centro meteo italiano

Anche l’Italia a rischio tsunami: diverse le zone esposte. Disponibile la prima mappa di pericolosità

Tsunami, anche l'Italia è a rischio maremoto

Tsunami possibili anche in Italia: le zone a rischio – Foto City Now

Italia a rischio tsunami: è quanto emerge dalla mappa di pericolosità

Giappone, Indonesia, Cile ma non solo: anche l’Italia, infatti, è esposta al rischio tsunami. I maremoti possono verificarsi anche nel Mediterraneo, e di conseguenza nel nostro Paese: è quanto emerge dalla prima mappa di pericolosità degli tsunami generati da terremoti nel Mediterraneo, Atlantico nord-orientale e mari connessi – l’area NEAM – realizzata dal progetto europeo TSUMAPS-NEAM, coordinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Tsunami, ecco le zone a rischio in Italia

Più del 30% delle coste mappate dal progetto, fa sapere il coordinatore Roberto Basili, può subire uno tsunami con onde più alte di un metro ogni 2.500 anni: sono ovviamente eventi rari ma non impossibil, aggiunge il sismologo Alessandro Amato, e senza dubbio di grande impatto. Per quanto riguarda il Mediterraneo, le tre zone che possono generare i terremoti più forti, e dunque anche gli tsunami più grandi, sono l’arco ellenico, l’arco di Cipro e l’arco Calabro. Per quanto riguarda l’Italia, la maggiore pericolosità si ha nella Sicilia orientale e nello stretto di Messina, in Salento, Calabria ionica e Basilicata. Pericolosità presente ma comunque minore in Sardegna meridionale, Sicilia e Mar Ligure, dove sono presenti delle faglie attive sulla costa nordafricana.

In Italia 72 tsunami dal 79 d.c.: nel 1908 il più distruttivo

Le altre zone del Mediterraneo a rischio tsunami sono Egitto e Libia, che però non hanno forti fonti sismiche. L’Italia dal 2017 ha istituito il Sistema d’Allertamento nazionale per i Maremoti di origine sismica. La prima parte di allerta arriva dall’INGV, poi i messaggi passano alla Protezione Civile e ai Paesi dell’area euro-mediterranea. Il nostro Paese, si legge sul sito dell’INGV, dal 79 d.c. è stato colpito da 72 maremoti, la maggior parte di debole intensità: il più distruttivo è avvenuto nell’area Calabro-Siciliana dopo il terremoto di Messina nel dicembre 1908. Le onde raggiunsero i 13 metri di altezza sulle coste calabre.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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