Cosa succede quando un fulmine colpisce un aereo? Perché è raro che questo evento possa provocare dei danni?
Cosa succede quando un fulmine colpisce un aereo? Perché è raro che questo evento possa provocare dei danni? Fonte: youtube.com
FULMINE colpisce un aereo: ecco perché quasi mai provoca danni – 02 marzo 2016 – E’ un fatto assolutamente non inusuale che gli aerei, siano essi in volo oppure a terra, possano venire colpiti, durante un temporale, dai fulmini, la cui frequenza media sulla Terra è elevatissima, con circa 40-50 eventi al secondo della durata media di circa 30 microsecondi. Infatti, ogni aereo è mediamente colpito da un fulmine almeno una volta l’anno: nonostante si possa pensare a questo come una causa di frequenti incidenti, in realtà la situazione è totalmente opposta, con i fulmini che solo raramente provocano danni ai veivoli. Questo succede perché gli aerei sono quello che in fisica sono chiamate “gabbie di Faraday“, con la struttura metallica della fusoliera che conduce l’elettricità in superficie senza lasciarla penetrare all’interno. […]
Fisicamente, con il termine “gabbia di Faraday” si intende una qualunque struttura chiusa costruita di un materiare capace di condurre l’energia elettrica, la quale isoli l’ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico presente invece all’esterno. Tutti gli oggetti, o le persone nel caso di un aereo, presenti all’interno della gabbia di Faraday non risentiranno di alcuna scarica elettrica anche quando il guscio di materiale conduttore avrà raggiunto un elevato potenziale elettrico e dovrà scaricare la carica in eccesso: questa infatti verrà rilasciata all’esterno, con l’ambiente interno che rimmarà totalmente isolato. Questo principio fisico è il motivo per cui un aereo, anche quando venga colpito da un fulmine, non subirà danni nella maggioranza delle volte: guardate di seguito il video proprio di un fulmine che colpisce un aereo pronto al decollo dall’aeroporto di Atlanta, il quale non ha subito alcun danno e ha potuto iniziare regolarmente il suo viaggio. […]
a cura di Martina Rampoldi
