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Campi Flegrei, il super vulcano si sta ricaricando | Impossibile prevedere le eruzioni

di

centro meteo italiano

Entra in un nuovo ciclo di vitalità il super vulcano dei Campi Flegrei, nel Golfo di Pozzuoli. A rivelarlo, uno studio sui dati degli ultimi 60 mila anni

Campi Flegrei

Campi Flegrei, l’area del super vulcano nel Golfo di Pozzuoli

Campi Flegrei, il super vulcano si risveglia: ecco cosa sta succedendo

Campi Flegrei in preallarme: il super vulcano che sorge nel Golfo di Pozzuoli starebbe entrando in un nuovo ciclo vitale, ovvero, si starebbe ‘ricaricando’. Ad ora, è impossibile prevede quando potrebbe esserci una nuova eruzione e di che portata potrebbe essere.

Lo studio pubblicato da Science Advances

A rivelare gli ultimi aggiornamenti relativi all’attività vulcanologica del Monte Nuovo è stata la rivista Science Advances, che ha riportato uno studio relativo agli ultimi 60 mila anni di evoluzione del sistema magmatico del vulcano. Secondo le ricerche, ad oggi risulta impossibile rilevare quando il super vulcano potrebbe eruttare né sarebbe impossibile calcolare la forza distruttiva dell’eventuale sfogo.

L’eruzione del 1538

L’ultima eruzione del vulcano risale al 1538. In quell’occasione l’emissione fu controllata, arrivando a danneggiare solo i terreni posti nell’arco di 1 km quadrato dal monte. Proprio in quella circostanza, sottolineano gli studiosi, il super vulcano sarebbe entrato nella sua nuova fase di vitalità, diventando a tutti gli effetti, uno dei più pericolosi d’Europa.

Lo studio

Lo studio, condotta per conto della Nanyang Technological University di Singapore dalla vulcanologa Francesca Forni, ha visto la partecipazione di Gianfilippo De Astis, dell’Ingv (Istituto Nazionale di Vulcanologia), e Silvio Mollo, ricercatore dell’università Sapienza di Roma. L’analisi ha interessato lo studio di campioni di rocce che si sono a venute a creare tramite il passaggio del magma di ventitré diverse eruzioni, in un campo temporale di indagine ampio 60 mila anni.

Un’attività ciclica

Gli studioso hanno notato una certa ciclicità nel sistema magmatico del vulcano. Sono state individuate due eventi, posti circa a 39 mila e 15 mila anni di distanza da oggi, in cui ‘attività vulcanica è stata decisamente intensa, generando estesi depositi vulcanici; tra le due fasi, così come da 15 mila anni fa ad oggi, si sono susseguiti però episodi eruttivi di piccola intensità. Sempre stando alle analisi del team, circa settanta eruzioni si sarebbero verificate negli ultimi 15 mila anni. “Successivamente – chiarisce Gianfilippo De Astis – l’alimentazione delle eruzioni si dirada e può avvenire solo attraverso tasche di magma o attraverso l’arrivo di nuove piccole quantità di magma. In ogni caso la tendenza è verso piccole eruzioni come quella del Monte Nuovo“.

Rischio di maxi eruzione improbabile

Ad ogni modo, ha spiegato De Astis, il rischio di un’eruzione di grande portata come quelle di 39 mila e di 15 mila anni fa, è da ritenere improbabile, poiché nessuna evidenza sperimentale evidenzia la creazione di accumuli di magma.

Protezione Civile alza l’allerta

Va ricordato, ad ogni modo, che ben prima della pubblicazione della ricerca, le autorità di tutela si erano mobilitate: la Protezione Civile, già dal 2012, ha innalzato il livello di allerta relativo al rischio eruzione del super vulcano, portandolo da ‘Verde’ e ‘giallo’.

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