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Artrite reumatoide, attenzione a questo “strano” sintomo. Le possibili cause

L'artrite reumatoide non ha una causa unica: ecco come riconoscerla da un sintomo 'strano', cui bisogna fare attenzione. I farmaci e le cure.

Artrite reumatoide, attenzione a questo “strano” sintomo. Le possibili cause
Artrite reumatoide, attenzione a questo strano sintomo. Le possibili cause (Foto Pixabay)

Artrite reumatoide, attenzione a questo “strano” sintomo. Le possibili cause

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica. Colpisce le articolazioni sia piccole che grandi. Può coinvolgere anche altri organi e apparati come il polmone, l’occhio, la cute e i vasi. Le donne tra i 40 e i 50 anni sono le più interessate dalla malattia. L’Artrite Reumatoide ha due varianti particolari e rare. Si tratta del morbo di Felty e della  sindrome di Kaplan. Il primo è caratterizzato da ingrandimento della milza, febbre, ecc. Il secondo da una pneumoconiosi polmonare.

I sintomi

Questa malattia non ha una causa unica. Un fattore ambientale può ingannare il sistema immunitario o modificare alcuni antigeni che dovrebbero essere visti come propri dal sistema immunitario. Le piccole articolazioni delle mani e dei piedi sono le zone più colpite. L’infiammazione generalmente è poliarticolare, ovvero interessa più di quattro articolazioni. Può provocare erosioni ossee e deformità se non viene trattata.

Il sintomo ‘strano’

La rigidità articolare prevalentemente al mattino è una delle caratteristiche della malattia. La rigidità può durare anche per molte ore. La malattia può causare fibrosi polmonare, sierositi, vasculiti, nodulosi cutanea e degli organi interni, episcleriti e scleriti.  Il trattamento dell’Artrite Reumatoide si basa sull’uso di immunosoppressori, come il methotrexate o la leflunomide. È previsto inoltre l’uso di cortisone a cicli nelle fasi di maggiore attività di malattia, ad esempio all’esordio o nei flare.

I farmaci biologici

Nei casi in cui il paziente non risponde alle cure, o in pazienti con malattia particolarmente aggressiva è possibile utilizzare i farmaci biologici, anticorpi monoclonali o recettori che bloccano molecole dell’infiammazione o cellule dell’infiammazione come i linfociti B (anti-CD20) e i linfociti T (CTLA4).

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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