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Artrite reumatoide, il Dottor Fausto Salaffi svela quali sono i sintomi per riconoscerla nella sua fase iniziale

Ecco come si manifesta l'artrite reumatoide, i sintomi presentati dal Professor Fausto Salaffi

Artrite reumatoide, il Dottor Fausto Salaffi svela quali sono i sintomi per riconoscerla nella sua fase iniziale
Foto Wikimedia Commons

Tutto ciò che c’è da sapere sull’artrite reumatoide: cos’è e come riconoscerla attraverso i primi sintomi

L’artrite reumatoide è una delle patologie più fastidiose, di quelle non potenzialmente letali, per le persone: si tratta di un’infiammazione cronica e anchilosante delle articolazioni delle mani, talmente intensa da provocare deformazione e dolore fino alla perdita della funzionalità articolare. Questa patologia può essere riconosciuta in anticipo grazie a sintomi ben precisi, ad illustrarli ad Adnkronos è Fausto Salaffi, Professore Associato di Reumatologia presso la clinica Reumatologica dell’Ospedale di Jesi (Ancona) e delegato regionale della Sir (Società italiana di reumatologia).

I sintomi di artrite reumatoide

L’esperto ha spiegato, a margine della conferenza stampa “Remissione dell’artrite reumatoide: il futuro è adesso – L’analisi economica a sostegno di Ssn, società e pazienti” avvenuta oggi a Roma, che i primi sintomi di artrite reumatoide sono un dolore a carico delle mani e dei piedi con una tumefazione e una rigidità che perdura da oltre trenta minuti. Se si avverte una problematica simile, e magari si è in età avanzata, è probabile che si stia iniziando ad avere a che fare con questa malattia e dunque bisogna ricorrere al medico di base (che prescriverà esami e test). Tanto si sta facendo però per la prevenzione dell’artrite, che in genere si sviluppa a causa di forti traumi agli arti, infezioni e malattie metaboliche o autoimmuni.

Come si previene e in che modo viene curata

La miglior prevenzione per l’artrite reumatoide consiste nel tenere gli arti in costante movimento, magari anche praticando esercizi di mobilizzazione delle dita come stringere una spugna in un catino d’acqua, e ridurre l’assunzione di cibi ricchi di grassi omega-6 (come gli oli vegetali, la frutta secca e i semi oleosi). Aumentare, invece, alimenti ricchi di omega-3 come il pesce azzurro o il salmone. Molto utile anche bere molta acqua e té verde, ma soprattutto sottoporsi periodicamente ad esami di screening per tenere sotto controllo la situazione.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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