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Coronavirus, l’annuncio di Draghi: “Se i contagi in Gran Bretagna aumentano tornerà la quarantena in Italia”

Il Premier Mario Draghi avverte: "Se in Gran Bretagna dovessero aumentare i malati di coronavirus potremmo ripristinare la quarantena per chi arriva in Italia"

Coronavirus, l’annuncio di Draghi: “Se i contagi in Gran Bretagna aumentano tornerà la quarantena in Italia”
Foto Flickr.com

Coronavirus, Mario Draghi sulla quarantena in Italia: “Se i contagi in Gran Bretagna aumentano la ripristineremo”

L’Italia sta progressivamente uscendo dall’incubo coronavirus: con il drastico calo dei contagi, dovuto all’accelerata nella campagna di vaccinazione di massa, il Paese sta per tornare interamente in zona bianca e ciò significa il ritorno alla normalità, anche se ancora con tutte le precauzioni del caso perché il virus non è assolutamente sparito dalla circolazione. E lo dimostra cosa sta succedendo in altri Paesi del mondo, tra cui la Gran Bretagna in cui la variante indiana (ribattezzata Variante Delta) da tempo affligge la popolazione. Cosa succederebbe se nel Regno Unito il numero dei contagi dovesse tornare ad essere preoccupante? Per quanto riguarda l’Italia, al momento tra le nazioni meno in crisi sanitaria, lo ha spiegato poche ore fa il Premier Mario Draghi nel corso di una conferenza stampa al termine del G7. IL MINISTRO SPERANZA ANNUNCIA: “ECCO QUANDO L’ITALIA SARÁ FUORI DALLO STATO DI EMERGENZA”

Draghi sulla quarantena in Italia

In questo momento facciamo il tampone a tutti quelli che arrivano da fuori – ha detto Draghi – ma se dovessero ripartire i contagi, schizzare in UK, dovremo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra anche se non ci siamo ancora. In questi casi bisogna essere pronti a reagire immediatamente se le cose non vanno secondo i piani. Ad esempio per ora Spagna e Grecia non hanno pensato di mettere la quarantena per chi arriva dalla Gran Bretagna, vedremo nei prossimi giorni”. PIPISTRELLI IN UN LABORATORIO DI WUHAN, SKYNEWS TRASMETTE IMMAGINI CLAMOROSE

Coronavirus, il bollettino di lunedì 14 giugno 2021

Sono 907 i nuovi contagi di Covid-19 in Italia (ieri 1.390), a fronte di 79.524 tamponi giornalieri effettuati (ieri 134.136). La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi è all’1,1% (ieri 1%). Sono 36 le vittime registrate in 24 ore. Le terapie intensive sono 536 (-29), con 11 nuovi ingressi nelle ultime 24 ore. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 14 giugno sulla situazione coronavirus in Italia. GREEN PASS UFFICIALE DAL 1° LUGLIO: ECCO COME FUNZIONA

Coronavirus, ecco cosa succede se un vaccinato si ammala di Covid

La campagna di vaccinazione dal coronavirus procede spedita e in Italia è sempre più alto il numero di persone che hanno ricevuto almeno la prima dose del siero anti Covid: tra l’accelerazione nazionale nel raggiungere l’immunità di gregge, dovuta all’arrivo di una massiccia dose di vaccini, e il grande successo degli Open Day in diverse parti del Paese, il Covid non fa più paura come prima (anche se ovviamente non bisogna assolutamente abbassare la guardia) e si sta pian piano tornando alla normalità. Il rischio di essere contagiati dal virus però, anche se si è vaccinati, non è sparito e proprio per questo occorre fare attenzione a prescindere. Ma se conosciamo bene cosa causa il coronavirus nei soggetti senza anticorpi, qual è l’effetto del virus su chi è vaccinato? Lo spiega uno studio scientifico pubblicato in preprint sul server Medrxiv.

Le conseguenze per i vaccinati

A condurre lo studio è stato il team guidato dei Centers for Disease Control and Prevention guidato dal Prof. Mark Thompson che ha esaminato 3.975 operatori sanitari e primi soccorritori in otto località degli Stati Uniti tra dicembre 2020 e maggio 2021. I partecipanti che in questo lasso di tempo hanno avuto un’infezione da Sars-CoV-2 sono stati 204 (5,1%), di cui 16 parzialmente o completamente vaccinati e 156 non vaccinati. É stato evinto che nei vaccinati la possibilità di contagio si abbatte in modo netto e, anche qualora avvenga, la carica virale e i sintomi febbrili sono di entità molto minore e durano meno rispetto a quanto accade in chi si infetta senza esser coperto da vaccino.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.

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