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Affetto da cancro alla prostata inizia a parlare una “lingua strana”: ecco cosa è successo

Ecco cosa è capitato ad una persona affetta da neoplasia alla prostata, perché ha iniziato a sviluppare un sintomo stranissimo e molto raro

Affetto da cancro alla prostata inizia a parlare una “lingua strana”: ecco cosa è successo
Affetto da cancro alla prostata inizia a parlare una "lingua strana": ecco cosa è successo - Foto Pixabay

 

Era affetto da tumore alla prostata ma ha iniziato a presentare strani sintomi legati al linguaggio… ecco cosa è successo ad un paziente

Ha dell’incredibile e del grottesco la storia resa nota solo poche ore fa: un paziente ricoverato per cancro alla prostata, come riportato da FanPage.it, ha sviluppato un sintomo particolare che non potrebbe mai essere ricollegato a questa grave patologia. L’uomo, 50enne, ha iniziato improvvisamente a parlare con accento irlandese… peccato però che lui non sia nato in Irlanda né si sia mai espresso in quel modo! Cosa c’entra il tumore alla prostata con questa complicazione? Ecco tutta la verità.

Il disturbo del paziente

In alcuni rarissimi casi, hanno spiegato i ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna dell’Health System della Duke University (Stati Uniti), un carcinoma prostatico metastatico può mutare in carcinoma prostatico neuroendocrino a piccole cellule con la formazione di metastasi cerebrali. Con l’interessamento delle aree del cervello che regolano il linguaggio il paziente (che è poi scomparso) può quindi presentare la cosiddetta “sindrome dell’accento straniero“. Da qui il fatto che il diretto interessato, due anni dopo la diagnosi della malattia, ha iniziato ad esprimersi con accento irlandese pur essendo lui americano. Certo, la lingua inglese era comunque alla base di tutto altrimenti sarebbe stato davvero impossibile…

La sindrome dell’accento straniero

La sindrome dell’accento straniero è una rarissima disfunzione neurologica che appare in seguito a un ictus o a un forte trauma cranico, costringendo le persone appena svegliate dal coma a riabilitare le proprie funzioni linguistiche con un accento diverso da quello che si conosce. Dal 1941 al 2010 sono stati recensiti in letteratura scientifica solo una cinquantina di casi. Sebbene gli accenti modificati siano a volte di una precisione impressionante, pare che le parti danneggiate del cervello che ospitano le funzioni linguistiche siano quelle che determinano la lunghezza delle vocali o l’intensità del suono, caratteri molto importanti per la determinazione di un accento. Questo significherebbe che si tratta solo di un’impressione nelle persone che ascoltano il paziente, il quale inoltre non si renderebbe subito conto del cambio di accento finché non gli viene fatto notare.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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