É meglio lavarsi le mani con acqua calda o fredda? Ecco la verità e i benefici per l’organismo

La Rutgers University (USA) ha condotto uno studio sul lavaggio accurato delle mani: ecco quanto influiscono temperatura e durata

Lavarsi le mani è alla base dell’igiene personale, a prescindere dalla pandemia: è con questa semplice ma importante pratica che teniamo pulito il corpo e allontaniamo il rischio di contrarre germi o batteri, magari toccandoci il viso o la bocca (più o meno inavvertitamente) con le mani sporche. Di solito per lavarsele si tende ad usare l’acqua calda d’inverno e quella fresca d’estate… ma cosa è meglio fare per l’organismo? C’è davvero una differenza tra le due cose? Ce lo spiega un team di scienziati della Rutgers University (New Jersey, USA) che ha condotto uno studio in merito.

Differenze tra acqua calda e fredda

Stando alla ricerca, infatti, non sembra esserci differenza tra il lavarsi le mani a 10, 15, 25, 30 o 35°C: in sostanza, la temperatura dell’acqua può essere a nostra totale discrezione e non ha nessuna rilevanza nel fatto di rimuovere efficacemente batteri e germi dalle mani. Tuttavia è un altro il fattore che conta nella buona riuscita di un’operazione da non sottovalutare (lo dimostra cosa sta succedendo da due anni a questa parte con il Covid)…

Il fattore chiave è…

A fare la differenza tra lavare bene o male le mani, infatti, è il tempo. Dai risultati della ricerca statunitens, basata sul lavaggio di mani toccate da un batterio, e è emerso che vanno lavate accuratamente con acqua e sapone per 40-60 secondi oppure, se non sono visibilmente sporche, con una soluzione alcolica per 20-30 secondi. In questo modo i germi vengono completamente distrutti e non si corre alcun pericolo.

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