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Coronavirus, ecco qual è il vaccino migliore contro i ricoveri in ospedale: i risultati dello studio

I ricercatori dei Centers for Disease Control and Prevention (USA) hanno scoperto che uno dei vaccini mRna è il più efficace contro il Covid

Coronavirus, ecco qual è il vaccino migliore contro i ricoveri in ospedale: i risultati dello studio
EPA/CAROLINE BREHMAN

Coronavirus, tra tutti i vaccini ce n’è uno particolarmente efficace nell’evitare i ricoveri in ospedale

Il coronavirus continua ad affliggere il mondo intero, anche se la campagna di vaccinazione ha rappresentato una vera svolta nella lotta contro il Covid: dall’arrivo dei vaccini, infatti, si è di gran lunga ridotto il numero di vittime e ricoveri in ospedale (rispetto al primo periodo di pandemia) a causa di questo tremendo virus. E tra i vari sieri a disposizione ce n’è uno particolarmente efficace nel contrastare lo sviluppo di sintomi tali da richiedere l’intervento dei medici nelle strutture sanitarie o, peggio, il decesso. A rivelarlo è stato uno studio condotto tra marzo e agosto dai Centers for Disease Control and Prevention negli Stati Uniti. Vediamo di quale vaccino si tratta.

Ecco qual è il vaccino più efficace

Secondo le ricerche degli scienziati è il vaccino Moderna quello più “forte” contro il coronavirus: dallo studio, che ha coinvolto 3600 soggetti immunodepressi americani, è emerso che questo siero anti-Covid ha un efficacia del 93% contro il ricovero in ospedale. Il vaccino Comirnaty di Pfizer raggiunge l’88% (“crollando” addirittura al 77% superati i quattro mesi dalla somministrazione) e il Johnson&Johnson il 71% (percentuali simili a quelle di Vaxzevria, AstraZeneca). A stupire è una così sostanziale differenza tra i due vaccini realizzati con la stessa tecnologia (mRna), ovvero Moderna e Pfizer. Da cosa dipende? ESTESA LA VALIDITÁ DEI TAMPONI: ECCO FINO A QUANDO

Perché Moderna è più efficace di Pfizer

I ricercatori statunitensi sostengono che la motivazione principale per cui il vaccino Moderna sarebbe più efficace di tutti gli altri (in particolare di Pfizer che è un suo “simile”) sta nell’intervallo di tempo che intercorre tra prima e seconda dose: tre settimane per il vaccino Pfizer e quattro per il vaccino Moderna, il che penalizzerebbe chi si è vaccinato entro un minor lasso di tempo. I ricercatori riconoscono che potrebbero avere un ruolo anche possibili differenze tra i gruppi che hanno ricevuto il vaccino. Sono in corso ulteriori studi ma si precisa in ogni caso che tutti i vaccini approvati da Aifa ed Ema sono iper efficaci contro la morte da Covid o lo sviluppo di forme gravi della malattia.

Coronavirus, il bollettino di venerdì 17 settembre 2021 in Italia

Nelle ultime 24 ore sono stati 4.552 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 5.117. Diminuiscono i tamponi effettuati: 284.579, contro i 306.267 di ieri. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – quindi molecolari più antigenici rapidi – è all’1,6% (ieri era all’1,7%). Sono 66 i morti (ma ci sono alcuni riconteggi), 6 i posti letto in meno occupati in terapia intensiva rispetto a ieri. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 17 settembre.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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