Coronavirus, il virologo Matteo Bassetti apre ad un utilizzo più specifico del Green Pass
Il Green Pass è ormai entrato in pianta stabile nel nostro quotidiano: a partire dal 15 ottobre scorso, infatti, il “certificato verde” è diventato indispensabile sia per lavorare (nel settore pubblico ma anche in quello privato) che per tutte le attività di intrattenimento e tempo libero. Il GP era stato introdotto dal Governo, come misura di contenimento del coronavirus, con l’obiettivo di incentivare il maggior numero di persone a vaccinarsi… in realtà però (non essendo il vaccino obbligatorio) dal 15/10 si è moltiplicato a dismisura il numero di tamponi in quanto il Green Pass può essere rilasciato (con la valenza di 48 ore, 72 ore per il test rapido) anche a fronte di un tampone negativo. Il classico trucchetto per aggirare la regola. Dello stesso avviso è anche Matteo Bassetti, Professore Ordinario all’Università di Genova e Direttore della Clinica Malattie Infettive all’Ospedale Policlinico “San Martino” della stessa città, che durante il programma tv “Agorà Extra” (su Rai Tre) ha detto la sua su come dovrebbe essere rilasciato il Green Pass per eliminare la maxi richiesta di tamponi.
L’idea del Prof. Bassetti
“Un Green Pass così – ha detto Bassetti – che stimola i tamponi e non le vaccinazioni, non serve. Non era questo l’obiettivo e va ripensato: andrebbe lasciato solo a chi è vaccinato e agli immunizzati con la malattia, perché così come è rischia di far saltare per aria il sistema del tracciamento dei casi e le farmacie, il cui compito principale non può essere quello di testare per i Green Pass”. “Per stare tranquilli nei confronti di una quarta ondata – ha proseguito – servirebbe almeno un altro paio di milioni di vaccinati perché il vero freddo deve ancora arrivare e tra due settimane le persone frequenteranno molto di più i luoghi al chiuso, ovvero ambienti in cui è facile trasmettere il virus”. Uno scenario senz’altro realistico quello dell’esperto. POSSIBILE ESTENSIONE DEL GREEN PASS: L’ANNUNCIO DEL VIROLOGO REZZA
La terza dose di vaccino
Bassetti ha anche parlato della terza dose di vaccino anti Covid, spiegando quando le vrie categorie di italiani (soprattutto i più giovani) dovrebbero riceverla: “Per i giovani direi di aspettare: facciamo rapidamente gli anziani, i fragili, gli insegnanti e gli operatori sanitari, dove evidentemente è meglio avere una copertura più alta. I giovani tra 12 e i 20 anni potranno fare la terza dose tra un anno, in primavera-estate 2022. Al momento non mi sento di dire che i ragazzi debbano farla, aspettiamo. Per loro due dosi sono sufficienti per un anno”. ECCO QUANDO POTRANNO ALLEGGERIRSI LE RESTRIZIONI SUL GREEN PASS
Coronavirus, si va verso un richiamo per chi ha fatto il vaccino Johnson e Johnson
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.
