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Coronavirus, i medici anestesisti: “Siamo in affanno, se serve un lockdown si faccia ora”

Covid-19, le dichiarazioni del presidente del sindacato dei medici anestetisti e rianimatori: "Siamo in affanno, la tendenza è preoccupante. La politica deve prendere subito una decisione"

Coronavirus, i medici anestesisti: “Siamo in affanno, se serve un lockdown si faccia ora”
Coronavirus, i medici anestesisti: "Siamo in affanno, se serve un lockdown si faccia ora" - Foto Pixabay

Coronavirus, preoccupa la terza ondata

La tanto temuta terza ondata di Coronavirus, spinta dalle diverse varianti individuate, è realtà: da diversi giorni stanno infatti aumentando i nuovi casi da nord a sud. Con la conseguenza di un sensibile aumento di pazienti ricoverati in terapia intensiva e non. La paura, ora, è che entro poche settimane il sistema sanitario del nostro Paese possa andare nuovamente in affanno, col rischio che tutti sappiamo: non poter curare tutti ciò che ne hanno bisogno. Per evitarlo bisogna correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Leggi anche Coronavirus, firmata l’ordinanza: Lombardia in zona arancione rafforzato. Ecco cosa cambia

Coronavirus, Vergallo: “Sotto il profilo delle rianimazioni siamo in affanno”

È Alessandro Vergallo, presidente del sindacato dei medici anestesisti e rianimatori Aaroi-Emac, a lanciare l’allarme ai microfoni dell’Adnkronos Salute: “Sotto il profilo delle rianimazioni siamo davvero in affanno, se guardiamo la tendenza della curva il rialzo dei ricoveri è preoccupanti. Se ci ostiniamo a prendere come indice principale la saturazione delle terapie intensive significa guardare solo l’ultima spiaggia e così è tardi per intervenire. Questo mese sarà decisivo, non c’è più tempo da perdere: se occorre un lockdown che si faccia, ma ora”. Leggi anche Coronavirus, possibile un nuovo lockdown totale? L’Oms avverte: “Italia tra i 5 Paesi che…”

Coronavirus, Vergallo: “Il sistema a colori non funziona più”

Il meccanismo delle zone a colori, secondo Vergallo, non basta: “Il sistema a colori non funziona più con questi numeri. Questo è evidente nel momento in cui consideriamo che il sistema poteva funzionare quando non c’era un’ampia diffusione sul territorio e allora aveva un senso la compartimentazione a colori delle Regioni, ma con i focolai parcellizzati queste aree si allargano sempre di più e così anche le zone dove vanno messe delle restrizioni. Se la diffusione aumenta è chiaro che si dovrà pensare ad un lockdown nazionale che avremmo davvero voluto evitare. La politica, sentiti specialisti ed esperti, deve arrivare subito a prendere una decisione”. Leggi anche Coronavirus, nuovo Dpcm in vigore sabato e Draghi annuncia:  “Situazione grave e complicata, la squadra funziona…”

Coronavirus, Vergallo sulle differenze rispetto allo scorso anno

Rispetto ad un anno fa, comunque, ci sono delle differenze. Secondo Vergallo, infatti, “se dovessimo fare una previsione a spanne confrontando i due periodi pandemici, la diffusione durante la prima ondata era stata a ritmi esponenziali perché il virus non si conosceva e in 40 giorni siamo passati da una situazione preoccupante delle terapie intensive ad una insostenibile. Oggi questo tempo verrebbe dilatato, tuttavia la situazione è già critica”.

Coronavirus, la situazione in Italia

Nella giornata di ieri, in Italia, sono stati registrati 20.884 nuovi casi di Coronavirus su 358.884 tamponi effettuati, per un tasso di positività del 5,9%. 347 i decessi. Aumentano di 84 unità i pazienti in terapia intensiva, in totale 2.411. Crescono di 193 unità i ricoveri ordinari, al momento 19.763.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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