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Coronavirus, Tso per chi rifiuta il ricovero? Il ministro della Salute Speranza apre all’ipotesi ma è già polemica

Trattamento sanitario obbligatorio per i soggetti positivi al Coronavirus che rifiutano il ricovero: la proposta di Zaia trova il favore di tanti sindaci e del ministro della Salute speranza, ma ci sono ancora diversi nodi da sciogliere

Coronavirus, Tso per chi rifiuta il ricovero? Il ministro della Salute Speranza apre all’ipotesi ma è già polemica
Coronavirus, fonte foto Ansa.it

Coronavirus, Tso per chi rifiuta il ricovero? Il ministro della Salute Speranza apre all’ipotesi ma è già polemica

Trattamento sanitario obbligatorio per i malati di Coronavirus che rifiutano il ricovero? È un’ipotesi allo studio. Come si legge su TgCom24, infatti, il ministro della Salute Roberto Speranza ha dato mandato all’ufficio legislativo del suo ministero per verificare il quadro normativo sui Tso. L’intenzione è quello di rendere più stringenti le norme sulla tutela contro il Covid-19 dopo il caso del focolaio veneto; questa verifica servirà anche a capire i margini di manovra delle autorità locali per limitare al minimo il rischio contagio. A parlare per primo di questa possibilità era stato il governatore del Veneto Luca Zaia, seguito a ruota da numerosi sindaci.

La richiesta partita da Zaia

Riavvolgiamo il nastro: Luca Zaia, governatore veneto, aveva lanciato l’ipotesi di fare un Tso per le persone positive al Coronavirus che rifiutano il ricovero dopo il caso dell’imprenditore vicentino: tornato da un viaggio in Serbia, infatti, accertata la sua positività, l’uomo ha rifiutato il ricovero in ospedale, scegliendo invece di mettersi in isolamento a casa, seguendo le procedure sanitarie previste dal protocollo. Negli ultimi giorni diversi sindaci hanno iniziato a chiedere un inasprimento delle norme per chi potrebbe creare pericoli, ma c’è da dire che l’allargamento del Tso per i soggetti positivi al Coronavirus che rifiutano il ricovero potrebbe presentare possibili profili di incostituzionalità, dando vita ad un’aspra discussione tra le parti politiche.

Il Sindaco di Codogno favorevole alla proposta

Anche Francesco Passerini, sindaco di Codogno – Comune diventato purtroppo noto per il caso di Mattia, il soggetto che si ritiene sia stato il paziente 1 in Italia, o comunque la prima persona in Italia con positività accertata al Coronavirus -, ha avallato la proposta di Luca Zaia. Queste le sue parole: “Dovrebbe essere considerato reato. Se uno consapevolmente va in giro positivo, dopo tutto ciò che è successo, forse il Tso è l’unica soluzione, perché crea un pericolo enorme per se e per gli altri. Nessuno ha voglia di tornare al periodo drammatico che abbiamo vissuto”.

Le parole del segretario generale del Coisp

L’ipotesi lanciata da Luca Zaia e accolta da Roberto Speranza, come prevedibile, ha già dato il via a qualche polemica. Tra gli altri, a commentarla è stato anche Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia “Coisp”, che ha spiegato, come riporta Ansa.it, che in realtà esiste già una misura di ricovero coatto per chi diffonde un’epidemia, con pene che vanno addirittura fino all’ergastolo: questa fattispecie è prevista dal codice penale ed è applicata anche in questi mesi per chi si allontana dalla quarantena.

Violare la quarantena e causare un’epidemia è già reato in Italia

“Il Tso è una misura di prevenzione che si adotta quando ci sono persone in stato di alterazione psicofisica ed è regolamentata con una legge del 1978, quindi non tiene conto delle evoluzioni degli ultimi mesi sul Coronavirus e i rischi di pandemia. Credo ci sia stato semplicemente un problema di interpretazione del termine”, ha spiegato Pianese. Se una persona è presente a se stessa e non ha caratteristiche psico-fisiche alterate, quindi, non può essere sottoposta a Tso, che è una misura coatta: “Da questo punto di vista, perciò, sarebbe necessaria una modifica normativa”. La misura già presente nel nostro codice penale è quella disciplinata dall’articolo 438, che prevede tra gli otto anni di carcere e l’ergastolo per chiunque causi un’epidemia tramite la diffusione di germi patogeni: proprio questa misura è stata già adottata in questi mesi.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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