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Diabete di tipo 2, una mutazione del DNA può aprire a nuove cure

Diabete di tipo 2, una mutazione del DNA può aprire a nuove cure. Nuovo studio dell'Università di Helsinki

Diabete di tipo 2, una mutazione del DNA può aprire a nuove cure
Diabete di tipo 2, una mutazione del DNA può aprire a nuove cure, foto: Pixabay

Diabete di tipo 2, una mutazione del DNA può aprire a nuove cure

Un nuovo studio scientifico apre nuove speranze per la cura del diabete di tipo 2. Si tratta di una ricerca condotta dagli studiosi delle università di Helsinki, Lund e Oxford e pubblicato sulla rivista Nature Genetics come riporta Sky.

Lo studio

I ricercatori hanno analizzato il metabolismo degli zuccheri di parenti che hanno quindi stili di vita simili e corredo genetico. Alcuni presentavano nel Dna una sorta di mutazione genetica di un gene (‘SLC30A8’) che serve a produrre una proteina trasportatrice di zinco.

La proteina che trasporta zinco

La proteina è in grado di trasportare questo importante minerale nel pancreas. Chi ha questa mutazione ha anche un basso rischio di ammalarsi di diabete, anche in presenza di stili di vita non sani e potenzialmente pericolosi per il metabolismo degli zuccheri. I risultati hanno dimostrato che le persone con la mutazione genica hanno livelli di insulina più alti e di zucchero nel sangue più bassi.

400 milioni di persone nel mondo si ammalano di diabete

Il diabete di tipo 2 colpisce quasi 400 milioni di persone in tutto il mondo. È causato da una combinazione di fattori, tra cui uno stile di vita non corretto e parametri genetici che insieme provocano alti livelli di zucchero nel sangue. Uno di questi fattori genetici è proprio la mutazione del gene SLC30A8, che codifica le proteine che trasportano lo zinco, essenziale per garantire che il processo di secrezione dell’insulina, l’unico ormone in grado di ridurre i livelli di zucchero nel sangue, avvenga correttamente nel pancreas.

Le dichiarazioni dei ricercatori

Il professor Leif Groop dell’Università di Helsinki, ha affermato: “I nostri risultati ci permettono di considerare questo trasportatore di zinco come un bersaglio sicuro per le terapie antidiabetiche. Se può essere sviluppato un farmaco che imita l’effetto protettivo di questa mutazione, la funzione delle cellule beta potrebbe essere preservata e la capacità di secrezione di insulina nei pazienti diabetici mantenuta

I risultati

I ricercatori  hanno reclutato i membri di alcune famiglie con una rara mutazione nel gene SLC30A8 per studiare le risposte arrivate dopo l’assunzione di zuccheri. “Un punto di forza del nostro studio è che, studiando nuclei famigliari, potremmo confrontare le persone che hanno la mutazione con i loro parenti che ne sono sprovvisti, ma che hanno un background genetico e uno stile di vita simili”, ha affermato Tiinamaija Tuomi dell’ospedale universitario di Helsinki, che ha co-condotto lo studio.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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